La “mano guidata” nel testamento olografo
Il fenomeno della “mano guidata” come tecnica di falsificazione di un testamento olografo
Uno dei quesiti in cui viene chiamato in causa il grafologo giudiziario è quello relativo alla autografia o apocrifia di un testamento. In quest’ambito di indagine, potrebbe verificarsi quella che viene chiamata la “Mano Guidata”, quindi si renderà necessario stabilire se le ultime volontà del de cuius siano state manifestate per iscritto autonomamente oppure se questi sia stato portato a vergarle tramite appunto la tecnica della “mano guidata”. Si tratta di un fenomeno molto più diffuso di quanto si possa pensare, che presuppone l’intervento di un soggetto terzo nella stesura di una disposizione testamentaria. In particolare, un soggetto terzo sovrappone la propria mano a quella del de cuius, al fine appunto di guidarne il gesto scrittorio.
Solitamente, le motivazioni che spingono a “guidare” la mano del testatore sono da ricondurre al fatto che presenti delle patologie tali da impedirgli la piena ed autonoma realizzazione del gesto grafico-motorio; oppure di un soggetto che presenta delle carenze scolastiche/culturali; al fine di costringere fisicamente il de cuius a scrivere le sue ultime volontà, o ancora profittando di una condizione di incapacità di intendere o di volere del medesimo (in questo caso si parla invece di “mano forzata”).
Profili giurisprudenziali sulla “mano guidata”
La sentenza della Cass. civ. n. 30953/2017 stabilisce che “qualora il de cuius per redigere il testamento abbia fatto ricorso all’uso materiale di altra persona che ne abbia sostenuto o guidato la mano nel compimento di tale operazione, tale circostanza è sufficiente ad escludere il requisito della autografia, a nulla rilevando l’eventuale corrispondenza del contenuto della scheda testamentaria alla reale volontà del testatore”
Appare pertanto chiaro che la Corte escluda, ai fini della validità del testamento olografo, qualsiasi tipo di intervento del terzo indipendentemente dal fatto che la volontà del testatore sia stata rispettata o meno, in quanto di fatto c’è una modificazione effettiva della gestualità abituale del soggetto che sta scrivendo una scheda testamentaria, dovuta appunto alla “guida” esercitata dalla mano scrivente esterna. Questo aspetto è particolarmente importante non soltanto da un punto di vista giuridico ma anche da un punto di vista peritale.
Infatti, l’intervento esterno in un documento, di fatto altera la piena autografia e la piena validità, a maggior ragione se si tratta di un soggetto che aiuta e guida con il proprio impulso grafo-motorio la mano del testatore, rendendola innaturale ed alterata, assolutamente lontana dalla spontaneità del gesto grafico di ogni mano scrivente, a prescindere dalla qualità del prodotto grafico.
Tale sentenza era stata però preceduta da un orientamento in netto contrasto, ossia la sentenza n. 32 del 7 gennaio 1992 in base alla quale, “Se il terzo si limita ad accompagnare la mano del testatore per eliminare scarti e tremolii il testamento è valido”.
La perizia grafica giudiziaria nel testamento con mano guidata
Qualora il perito grafologo si trovi ad esprimersi su un caso di mano guidata, dovrà innanzitutto informarsi sull’età del de cuius e sulle condizioni di salute dello stesso all’atto del testamento, nonché tentare di ricostruire le circostanze di tempo e di luogo in cui sia stato vergato il testamento contestato.
Sarà ovviamente importante effettuare una comparazione con delle scritture il più possibili coeve ed omogenee al documento in verifica; preferibilmente si dovranno utilizzare dei documenti in originale in quanto ad esempio la pressione e la qualità/tipologia del tratto, aspetti grafici di particolare rilevanza soprattutto nel caso di un testamento, sono identificabili chiaramente solo con la visione degli specimen documentali in originali.
Il tratto e la pressione, infatti, possono mostrare segni di perturbazione, di frammentazione, di ripassi e correzioni che possono essere elementi a supporto di una più o meno buona salute psicofisica e controllo del gesto grafico a livello di grafo- motricità.
Il criminologo francese Edmond Locard distingueva tra scrittura “a mano guidata” e scrittura “a mano forzata”.
Nel primo caso ci si riferisce al gesto grafico di una persona che non riesce a scrivere per motivi fisici ed organici (malattia, senilità) e, quindi, viene indirizzato, guidato, attraverso la mano di un soggetto terzo. Nelsecondo caso, invece, ilsoggetto è costretto da terzi a scrivere con la forza.
Pertanto l’energia delle due parti può rispettivamente, fluire nella stessa direzione o nella direzione opposta.
È importante non confondere la “mano guidata” con il naturale deterioramento della gestualità del soggetto scrivente, che facilmente può mostrare un basso livello di destrezza grafica, tremori, stentatezze che inficiano la precisione, la chiarezza e l’armonia generale.
Medesima considerazione vale per la presenza di una forma elementare, una gestione dello spazio confuso, disordinato, con forme disarmoniche e ritmo perturbato.
Stabilire con certezza la presenza di una “mano guidata” non è operazione semplice per il perito grafologo giudiziario, in quanto in età senile è comune che il gesto si deteriori, si destrutturi, portando a delle anomalie generali e di dettaglio, non rilevabili negli scritti autografi precedenti al testamento, in cui magari il soggetto era più giovane e godeva di una buona salute psicofisica.
Al perito spetta quindi l’arduo compito di svolgere un’analisi approfondita e il più possibile scientifica del reperto sottoposto ad attenzione, al fine di indirizzare correttamente le indagini e i soggetti coinvolti.